20150316

SOSTIENE PEREIRA di Antonio Tabucchi adattamento Marino Magliani, disegni Marco D'Aponte - edizioni tunue' - recensione di Sara Merighi

SOSTIENE PEREIRA  di Antonio Tabucchi 
adattamento Marino Magliani, disegni Marco D'Aponte -

Nel 1994, quando fu pubblicato "Sostiene Pereira", avevo poco più di vent'anni. Lo lessi, ma di quella lettura ho serbato solo qualche impressione: mi ricordo Lisbona, una caldissima estate, tanta luce e la figura di Pereira, una persona malinconica ed anziana. 
Avevo, allora, forse troppa energia, troppe cose a cui pensare e da realizzare per farmi pervadere dal racconto di Tabucchi.
A quell'epoca, per esempio, uno dei miei libri preferiti era "Un uomo" di Oriana Fallaci. Ero stregata da Panagulis, dalla sua vitalità e tragicità, dal suo rapporto con Oriana così passionale, fisico, al limite del violento e pensavo che una vita, per essere degna di essere vissuta, dovesse assomigliare a quella narrata dalla Fallaci.
Fortunatamente sono invecchiata. Adesso sono in grado di godermi un libro come "Sostiene Pereira". 
Con questo non voglio dire che è necessario avere più di quarant'anni, essere vedovi e senza figli per capire il delicato reticolo di rimpianti, nostalgia e solitudine che Tabucchi tratteggia così realisticamente ma avere quel po' di familiarità con l'idea della morte che arriva solo dopo aver vissuto un certo numero di anni, secondo me, aiuta.

A vent'anni dalla pubblicazione del romanzo originale, questa edizione in graphic novel, con l'adattamento dei testi di Marino Magliani e i disegni di Marco D'Aponte, è un omaggio a Tabucchi e al suo racconto di resistenza e di ricerca.
Se ciascun uomo ha la possibilità di dare un senso alla propria vita, anche se pochissimi sono quelli che riconoscono questa opportunità e la percorrono, lo scrittore, secondo Tabucchi, è colui che è in grado e un po' ha anche il dovere, di rendere universali queste vite e il loro senso.
Dice Tabucchi che il personaggio di Pereira è venuto a cercarlo quando, nel 1992, lesse della morte di un vecchio giornalista che, durante la dittatura di Salazar, aggirando i controlli della censura, riuscì a far pubblicare un articolo di forte critica al regime. Il giornalista dovette poi abbandonare il Portogallo e morì anni dopo senza che nessuno lo ricordasse.
"Sostiene Pereira" non è una storia di eroismo o di azioni eclatanti, come quelle di tanti eroi della Resistenza. È invece la narrazione di una presa di coscienza di un anziano giornalista, vedovo, che, come uscendo da un limbo esistenziale in cui i pensieri più ricorrenti erano quelli intorno alla morte e al passato, si accorge, frequentando, inizialmente per caso, una coppia di giovani dissidenti al regime filo fascista di Salazar, che ciò che sta accadendo intorno a lui non lo lascia più indifferente. 
Da quel momento il mondo si ripopola. Non solo di personaggi alquanto spregevoli ma anche di uomini e donne, che a lungo Pereira aveva ignorati ed evitati, i cui valori ed emozioni concimano la sua trasformazione e rinascita.
Questo vecchio signore sovrappeso, affaticato, dagli occhi malinconici e buoni, disegnato in modo molto diverso da come lo ha interpretato Mastroianni nel film di Faenza (ciascuno potrà trovare il suo Pereira nell'una o nell'altra interpretazione, io lo ritrovo di più nel fumetto di Marco d'Aponte) decide, infine, di ricominciare a "frequentare il futuro". 
"Che bella espressione, disse Pereira, frequentare il futuro, che bella espressione, non mi sarebbe mai venuto in mente".
Rileggere "Sostiene Pereira" in fumetto, è stato un duplice piacere: quello infantile che mi accompagna sempre quando leggo fumetti e quello di riscoprire, attraverso questo capolavoro,  che la vita, volendo, riserva sorprese fino alla fine. Mi capita spesso di dimenticarmene.
Sara Merighi 

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